Per più di due millenni, anche dopo l’invenzione della stampa, i testi dei filosofi greci, la Bibbia, il Corano, la Divina Commedia, i trattati di medicina come molte altre delle più importanti opere di ogni campo del sapere sono state diffuse tramite codici manoscritti. Codici di cui esistono migliaia di esemplari e di cui spesso è stato (talvolta è ancora) difficilissimo stabilire la fonte originale.
Per scandagliare questo affascinante oceano di conoscenza, la Scuola IMT Alti Studi di Lucca e la Scuola Normale Superiore di Pisa hanno organizzato una conferenza dal titolo “Making the impossible possible” (Rendere possibile l’impossibile, ndr), dedicata all’analisi delle metodologie necessarie per ricostruire il testo originale scritto dall’autore e copiato nelle centinaia di manoscritti che lo conservano. La conferenza, che si tiene nel Campus di IMT a Lucca e al Palazzo della Carovana a Pisa da oggi (27 giugno) a venerdì 29 giugno, è organizzata da Amos Bertolacci, docente di Storia della filosofia medievale alla Scuola IMT, che con il suo gruppo di ricerca ha curato l’edizione critica di La scienza delle cose divine, la più importante opera metafisica di Avicenna, uno dei maggiori filosofi arabo-islamici di tutti i tempi, nell’ambito di un progetto quinquennale finanziato dall’Unione Europea.
Ospiti del convegno i massimi esperti del settore provenienti da tutta Europa, dagli Stati Uniti e dall’Iran che affronteranno la materia con un approccio fortemente interdisciplinare. La conferenza infatti prevede interventi riguardanti filosofia, religione, teologia e letteratura ma anche contributi sulle più moderne tecniche informatiche che possono aiutare l’umanista a portare a termine il suo lavoro di ricerca, in quella nuova area di ricerca che sono le cosiddette digital humanities.
Qui il programma completo del convegno www.sns.it/eventi/making-impossible-possible.
